IL PRESEPE
E' la rappresentazione più amata del Natale , nella quale il mito e la tradizione convengono per riprodurre le situazioni che si tramandano immutate nel tempo.
Davanti al presepe i bambini restano incantati e gli adulti si commuovono pensando a quando anche loro erano bimbi.
Non serve indugiare oltre per descrivere le emozioni e il sentimento che suscita il presepe e mi affido ad alcune notizie per apprezzarlo in tutte le sue rappresentazioni.
Nel santo presepe adoriamo il Bambino
che in terra porta l'amore divino.
Per noi sulla paglia egli giace ,
per il mondo,dal padre,implora la pace.
Anch'io ti scongiuro ,Bambino Gesù,
accoglimi un giorno in cielo, lassù.
Il presepe storico
Riproduce il paesaggio originale della Palestina. La natività è ambientata in una grotta o in una grotta con arredi di stalla .
Per la costruzioni si usa il cartone gessato , per le rocce la carta da pacchi dipinta . Bisogna costruire le palme con un tronco e foglie di cartoncino sostenuto dipinto di verde .
I personaggi del presepe devono essere coerenti con i luoghi e si possono ottenere vestendo le normali statuine di plastica .
Il presepe napoletano
E' caratterizzato da 2 situazioni : il mistero e il diversorio.
Il mistero viene rappresentato dalla Sacre famiglia collocata in un tempio pagano in rovina .
il diversorio rappresenta tutta la popolazione variamente affaccendata, nelle osterie, nei mercati, nelle attività quotidiane e a volte forma una vera folla in movimento e variopinta.
La costruzione del presepio , che si prospetta come un ambiente ripido e roccioso a più piani è tradizionalmente fatto di sughero e in un unico pezzo .
I personaggi sono quelli classici con la testa di terracotta e l'abito di stoffa.
IL PRESEPE EMILIANO
Mentre nel presepe napoletano e ligure le statuine vengono costruite in legno , nel presepe emiliano si usa la creta creando veri capolavori dove l'espressione umana non va mai disgiunta da una sentita passione.
La sua essenza sta nell'insieme scenico e nell'espressività delle figure . non più assolate ed aperte campagne cosparse di palazzi e antichità classiche , che terminano sullo sfondo con larghi paesaggi, animati da turbe di gente gioiosa ed espansiva , ma scene ristrette composte da una capanna , più spesso che da una grotta , un piccolo spazio libero e intorno 2 file di montagne che ricordano gli appennini emiliani.
La folla si trasforma in un umile gruppo di persone : la sacre famiglia,alcuni pastori, i Re Magi per l' Epifania e qualche figura di contorno fra cui non mancano mai il "dormiglione"
scosso inutilmente da un Angelo musicante e la "meraviglia" che , braccia in alto ,guarda da lontano il grande evento.
A tavola bambini!
le castagne sono cotte:
la neve sui camini
fa più fitta la notte.
Un bel fuoco di legna
scalda le mani e il cuore:
dove la pace regna
è invitato il Signore.
Mai come in questo mese
le case senza siepe
con le lucerne accese
somigliano al presepe.
Dicembre....Che neve , che sera!
Ma ad un tratto comparve una stella :
ed ecco: sembrò primavera .
La siepe , che dianzi era brulla,
fiorì d'improvviso.S'udiva
leggero,un pio ritmo di culla,
e un palpito d'ali d'argento,
e un dolce tinnir di campane,
portato giù a valle dal vento.
E vivo splendeva laggiù,
nell'umile grotta , a Betlemme,
un fiore divino:Gesù.
Nato Gesù ,Maria se lo guardava
che così bello non se lo immaginava.
Giuseppe accese un fuocherello e disse
che lo scaldava perchè non patisse.
La stella d'oro si fermò sul tetto
e si mise a cantare un angioletto;
e il pastore si mise a camminare
e tutto il gregge dietro a scampanare.
Dicevan tutti : un bimbo così bello
chi non vorrebbe averlo per fratello?
Maria se lo fasciava con amore
perchè era il suo figlio e il suo Signore.
Renzo Pezzani
L'ALBERO DI NATALE
Si è detto molto sulle origini dell'albero di natale che, stando alle ipotesi più accreditata , sarebbe stato ideato per la prima volta da Martin Lutero , dopo aver contemplato la luna che faceva scintillare il ghiaccio sui rami degli abeti.
Una manifestazione della cultura protestante , che fu importata in italia dalla regina Elena di Savoia all'inizio del 900 ed ebbe subito un grande successo.
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L'albero di Natale
è già pronto al cantuccio;
è un ramo di pinuccio,
rivestito di gale;
vi sono appesi cento
ninnoli e palloncini,
vi posano uccellini
tra ciondoli d'argento.
Tra i verdi aghi sottili
ardon sette stelle
e le loro fiammelle
scintillano tra i fili,
mentre bianchi festoni
danno un'idea di neve
che sia caduta lieve
sui piccoli lampioni.
Bimbi in raccoglimento
lo stanno a riguardare,
e nella stanza pare
che s'apra il firmamento.
L'usanza di creare ornamenti con rami di pino per allietare la casa ed attirare la fortuna è radicata nel tempo.
Il ginepro in particolare,fu adottato come primo albero di Natale , in quanto simile al pino, ed i suoi rami venivano appesi alla porta di casa e usati per accendere il ceppo.
A volte venivano aggiunti alla fiamma del camino della camera da letto degli ammalati , perchè si credeva che avessero un effetto positivo sul decorso della malattia.
Filastrocca di Natale,
la neve è bianca come il sale,
la neve è fredda, la notte è nera,
ma per i bimbi è primavera:
soltanto per loro ai piedi del letto
è fiorito un alberetto.
Che strani fiori ,che frutti buoni
oggi sull'albero dei doni:
bambole d'oro, treni di latta,
orsi dal pelo come d'ovatta,
e in cima , proprio sul ramo più alto,
un cavallo che spicca un salto.
Quasi lo tocco....ma no, ho sognato,
ed ecco, adesso mi sono destato:
nella mia casa , accanto al mio letto,
non è fiorito l'alberetto.
Ci son soltanto i fiori del gelo
sui vetri che mi nascondono il cielo.
L'albero dei poveri sul vetro è fiorito,
io lo cancello con un dito.
Gianni Rodari
I SERMONI
I sermoni sono componimenti in rima che i bambini recitavano davanti al presepe , in casa e in chiesa ,e ricevevano in cambio piccoli regali .
Si creava una vera e propria gara per imparare a memoria sermoni sempre più belli ed attraenti . Per i bambini più piccoli c'erano sermoni più brevi.
Son piccino, son carino
il sermone non lo so,
se mi date un soldino
quest'alt'ranno lo dirò
Piccoletto come sono
il mio dir non cerca onori,
a voi chiedo almen perdono,
gentilissimi signori.
Vi dirò se non sapete
che è nato un gran Messia :
più da me non pretendete,
io mi inchino e vado via.
Campana piccina ,
che squilli lassù,
intona il tuo canto
che è nato Gesù.
Oh , stella piccina
che brilli lassù,
hai visto passar la cometa
che insegna ov'è nato Gesù?
Ho visto passare una stella
e mai non ne vidi una uguale,
veniva a chiamare la gente
nel giorno del Santo Natale.
Tutti vanno alla capanna
per vedere cosa c'è,
c'è il bambin che fa la nanna
fra le braccia della mamma.
Oh, se avessi un vestitino
da donare a quel bambino!
Un vestitino non ce l'ho
un bacino gli darò.
Son di tutti il più piccino,
voglio dire un sermoncino
e vi voglio dimostrare
che i piccini sanno amare .
Gesù bello, dolce amore,
t'offro il piccolo mio cuore,
e se ho fatto un pò il folletto,
d'ora in poi sarò un ometto.
Benedici tutto il mondo,
e chi soffre fai giocondo,
a me porgi questo dono:
d'esser sempre bravo e buono.
LE LETTERINE DI NATALE
Si mettevano sotto il piatto di papà e avevano un'importanza fondamentale nelle prime esperienze dei bimbi , perchè li induceva a confrontarsi con il capo famiglia che le leggeva e ne approvava il contenuto con una stretta di mano ed una mancia , lasciando ai parenti ed alla mamma i baci e le effusioni.
Le letterine di Natale venivano create con massima cura: i bambini più poveri usavano una pagina di quaderno e l'arricchivano con disegni e ornamenti, ai più ricchi erano riservate letterine pregiate che al giorno d'oggi sono molto ricercate dai collezionisti....
L'emozione che lasciava la letterina di Natale era ugualmente intensa per tutti i bambini :
l'attesa dell'inizio del pranzo ,l'ansia che fosse scoperta,le finzioni che prolungavano il momento fatale, il tuffo al cuore nell'attimo della rivelazione ,come traspare dai seguenti esempi:
Una bella letterina
per il babbo e la mammina
questa mane di nascosto
sotto il piatto ho deposto .
Quando il foglio hanno letto
m'hanno stretto forte al petto
con sul viso i lacrimoni
e m'ha dato dei bacioni.
Sopra un foglio ricamato
la mia lettera ho copiato:
era piena di promesse
d'ubbidienza e di bontà.
Sotto il piatto del mio babbo
questa lettera ho posato;
il mio babbo l'ha trovata
ha esclamato: - che c'è qua?
Poi ha letto e si è commosso
e m'ha detto :- è proprio vero
tutto quello che c'è scritto?
Io ho risposto molto fiero,
molto serio :- Quelle cose
sono scritte nel cuor mio;
lo vedrai , manterrò tutto,
proprio tutto, babbo mio.
Mamma,c'è qui per il babbo
e anche per te
la lettera col bordo traforato ,
son già molti giorni che l'ho scritta
e, per darvela, ho pazientato.
ogni dì la prendevo dalla cartella,
di nascosto le davo un'occhiatina ,
ogni dì mi pareva più bella
e più graziosa questa letterina .
Ora che alfin sul desco l'ho posata
del segreto mi son liberato.
Caro e santo Gesù bambino
per tempo ora ti scrivo
perchè di questo piccino
ti ricordi l'arrivo.
Un bellissimo dono
per Natale aspetto,
e ti chiedo perdono
se parlo così schietto.
Vorrei per casa mia,
mamma, babbo, fratelli,
salute e allegria,
vorrei per noi monelli
la voglia d'esser buoni ,
la voglia di studiare....
Se poi fra tanti doni
tu potessi trovare
anche un balocchino,
una cosa da niente
proprio per me bambino,
sarei riconoscente
CAPODANNO
L'ultima sera dell'anno era vissuta senza strepiti e senza schiamazzi , senza fare feste e senza balli , tutti erano in attesa del momento magico che segnava il trapasso che simboleggiava il procedere stesso della vita terrena.
Durante la notte si accendevano i falò propiziatori nei quali si "bruciava"l'anno vecchio per fare risorgere dalle sue ceneri una nuova stagione che si sperava fosse piena di gioia e felicità.
Al giorno d'oggi il 31 Dicembre tutti festeggiano con cenoni e balli .. e l'alba si presenta pigra e sonnolenta e sembra che faccia fatica a riprendersi dallo stordimento delle feste che lascia il sentore di cose ormai finite.
Il giorno continua nell'indifferenza e non si sentono più nemmeno le squilla delle campane che salutavano il nuovo anno....non le ascolterebbe nessuno..
invece è questo è il momento degli auguri.
Il primo dell'anno qui a Modena e nelle città emiliano romagnole ,le donne non devono andare a casa di altri ( è una usanza diffusa anche in altre città del nord) porterebbero sventura per tutto il nuovo anno....(è una superstizione molto seguita e rispettata)
Solo i maschi possono recarsi a casa di parenti e amici per augurare il buon anno..( se si presentasse una donna sarebbe di cattivo auspicio , e non la farebbero entrare in casa .. non è carino ma è così..
I bambini ( solo i maschi) andavano per le case ad augurare il buon anno .
Bussavano alla porta usciva di solito il capo famiglia e i bimbi recitavano una filastrocca ben augurante ...era recitata in dialetto, ( anche io andavo ad augurare il buon anno e recitavo la filastrocca) ed in cambio si ricevevano dolcetti o soldi...
Di seguito alcune filastrocche in dialetto che i bimbi recitavano il 1° gennaio :
A son gnu a der al bon cavdan,
ch'a scampessi zent an ,
zent an e un dè ;
la bona man l'am vein a me!
-Sono venuto ad augurarvi il buon anno : che campiate 100 anni, 100 anni e un giorno datemi la mancia
La rezdora la và in cà,
par gnint l'an gh'andarà;
la và ator un suldein,
al met in dal bisachein.
-La rezdora entra in casa ,per niente non ci andrà; va a prendre un soldino,me lo metto nel taschino
Bon dè e bon an,
dem la bona man anch stan.
-Buon giorno e buon anno, datemi la mancia anche qest'anno
Bon an a la bouna zeint,
an pretand nè or nè arzeint,
quel cum de ason cunteint.
-Buon anno buona gente ,non pretendo oro o argento di quello che mi date son contento.
Altre filastrocche in italiano sono:
Buon anno! auguri a tute le persone
che chiuse in casa stanno ad ascoltare
il passar della lieta processione
che va il buon anno in giro ad augurare.
Buon anno a voi che state a me d'intorno
col vostro amore in questo lieto giorno,
un anno di giorni lieti e belli
per tutti quanti, ricchi e poverelli,
un anno che la pace e l'allegria
porti nel mondo intero e a casa mia.
L'anno vecchio se ne va
e mai più ritornerà.
Io gli ho dato una valigia
di capricci e impertinenze,
di lezioni fatte male,
di bugie, disubbidienze,
e gli ho detto : - porta via!
Questa è tutta roba mia.
Anno nuovo ,avanti,avanti,
ti fan festa tutti quanti:
tu, la gioia e la salute
porta, ai cari genitori ,
ai parenti e agli amici,
rendi lieti tutti i cuori.
L'EPIFANIA
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
è vestita alla romana,
viva viva la Befana.
Insistere sul grande valore della Befana potrebbe sembrare una forzatura, visto che il suo prestigio potrebbe essere soppiantato da Babbo Natale.
Bella forza...! Ella combatte con una scopa malridotta contro una slitta aerodinamica, è vestita in modo povero e a volte regala carbone ,mentre Babbo Natale usa vestiti sgargianti e lussuosi, e distribuisce regali moderni, la Befana si nasconde dietro ai camini , Babbo Natale invece frequenta i grandi magazzini.
Eppure la Befana ha dalla sua parte la forza del mistero, il fascino della notte che ci illudiamo di aver sconfitto con il potere della luce.
Un tempo al calar della notte , gli uomini rallentavano ogni attività e stavano silenti e timorosi ad ascoltarne i rumori , come se fosse una entità viva e popolata di creture misteriose.
Era sera fredda e tarda ,
ma il bimbo non ha voglia di dormire.
A luce accesa , dal lettuccio guarda....
Ascolta.... e ascolta.... e gli par di sentire
in ogni aliar del vento
che la Befana dal camino spento,
come a tutti i bimbi buoni,
anche a lui porti bei doni.
Ma la mamma ora la luce gli ha spenta
e il bimbo chiude gli occhi e si addormenta.
La fantasia lo porta in un castello
d'oro sui monti, tutto luci e incanti,
dove dei giochi ce ne sono tanti.
Il cuor gli batte un po dalla paura,
ma non perchè sia notte tarda e scura:
ei pensa se il ben fatto è più del male
e mentre pensa , quel visino tondo
or si fa triste e or si fa giocondo.
Intanto la Befana gira il mondo
e quando terminato ha il suo lavoro
il giorno spunta in un bel sole d'oro.
La madre sveglia allora il suo bambino,
lo stringe a se,lo veste e lo fa pregare,
ma il bimbo, che non lascia di sognare,
sotto la cappa del nero camino
corre , e che trova? Come i bimbi buoni
trova mille sorprese e ricchi doni
Chi ha vissuto la propria infanzia tanti anni fa , ha un ricordo poco simpatico della befana , perchè gli veniva descritta come una vecchia malvagia , più strega che dispensatrice di regali.
Conosceva quindi lo stesso destino delle vecchie delle favole che odiavano i bimbi , come il povero Pierino che rischia di finire nel pentolone , o Biancaneve che mangia la mela fidandosi della matrigna che si presenta nelle vesti di una vecchia.
C'erano i narratori di fole che nei racconti delle veglie , descrivevano la Befana come la moglie dell'Orco , sicuri di ottenere il massimo effetto sulle menti dei bambini che pendevano dalle loro labbra.
Ad incrementare questa brutta fama c'erano anche gli elementi che componevano il suo mistero : la notte paurosa del passato, la cappa del camino, che nelle leggende popolari era simile all'entrata dell'inferno, il suo spiare e origliare dalle finestre, il calpestio dei suoi passi nei solai e il fatto che era più propensa a portare carbone invece di portare regali.
Con una Befana così molti bimbi si scantavano prima dei bimbi di oggi , e una volta svelata la verità , correvano subito a rivelarla agli altri bimbi , sciogliendo ogni dubbio sull'identità della befana.
La befana è una brutta vecchia,magra , ha i capelli tutti bianchi, sono come stoppa, il viso sporco di fuligine , ha i denti aguzzi per mangiare i bimbi... altri la immaginano sdentata .
Qualcuno afferma che la Befana abiti su di un monte in compagnia di un gatto, una gallina ed una mula.
La sua casa è situata vicino ad un bosco dal quale prende la legna per fabbricare il carbone da portare ai bambini cattivi e per questo lavora tutto l'anno.
Quando effettua i suoi spostamenti cavalca un'asina poi la scopa con la quale vola sulle case per poi entrare dai camini.
La scopa è fatta di saggina con il manico di lantanà ed il sacco è di juta, lascia i doni nella calza , e avrebbe preso questa abitudine da un imperatore romano Numa Pompilio , il quale aveva una relazione con la ninfa Egeria che gli mandava i messaggi d'amore in una calza.
Alla fine la befana arriva , è una donna volenterosa,e con la scopa , le sue vesti, ed il sacco appare per le vie del paese e nella case dove i bimbi sono in trepida attesa .
E' una bella apparizione.. non ci sono dubbi... è proprio la Befana e accontenta tutti allo stesso modo .
Ci sono madri che per mettere insieme doni se pur modesti per la calza della Befana.. fanno grandi sacrifici e ci sono padri che costruiscono balocchi nei quali rendono manifesti i desideri del giorno della Befana nella loro fanciullezza .
La beffa della befana
Presso la cappa nera del camino
una calzina in grande attesa stà.
Con il suo sacco e il suo lumicino
a notte la Befana scenderà.
Ma un tormento sta in cuore
a Tino e a Tina :
- Ci vorrebbe la calza di una donna
la nostra è troppo corta e piccolina !
-Appendiamo quella della nonna .
Vanno al mattino i piccoli bricconi
alla scoperta dei sognati doni.
Ma che c'è nella calza lunga e nera?
Un par d'occhiali e una tabacchiera
I RE MAGI
La notte era senza luna, ma tutta la campagna risplendeva di una luce bianca ed uguale , come nel plenilunio, perchè il bambino era nato.
Dalla capanna lontana i raggi si diffondevano per la solitudine e la bontà che da quella cuna diffondevasi intorno coi raggi era tanta che le terre coperte di neve parevano fiorite di rose , e come un immenso rosaio adoravano nella notte .
Il bambino Gesù rideva teneramente, tenendo le braccia aperte verso l'alto come in atto di adorazione , e l'asino e il bue lo riscaldavano col loro fiato , che fumava nell'aria gelida , come un aroma sulla fiamma.
La madonna e San Giuseppe di tratto in tratto si scuotevano dalla contemplazione e si chinavano per baciare il figliolo.
Vennero i pastori dal piano e dal monte portando i doni.
E vennero i Re Magi .
Erano 3 :il Re Vecchio , il Re Giovane e il Re Moro.
Come giunse la lieta novella della Natività di Gesù si adunarono.
E uno disse :
-E' nato un altro Re , vogliamo andare a visitarlo?
-Andiamo,risposero gli altri due.
-Ma con quali doni?
-Con Mirra Oro e Incenso
Nel viaggio i Re Magi si contendevano con molta furia perchè non potevano ancora stabilire chi dovesse essere il primo ad offrire il dono.
Primo voleva essere chi portava l'Oro.
E diceva :
- L'oro è più prezioso della mirra e dell'incenso,dunque io devo essere il primo donatore .
Gli altri 2 alla fine cedettero .
Quando entrarono nella capanna , il primo a farsi avanti fu dunque il Re con l'oro.
Si inginocchiò ai piedi del bambino ; e accanto a lui si inginocchiarono i due con l'incenso e la mirra .
Gesù mise la sua piccoletta mano sul capo del Re che gli offerse l'oro , quasi volesse abbassarne la superbia.
Rifiutò l'oro dicendo:
- L'oro non è per me.
Gabriele d'Annunzio
I doni dei Re magi
- ORO :considerato il metallo più prezioso , ha da sempre rappresentato il valore dei beni commerciali , è simbolo del potere e dell'età felice dell'uomo.
- INCENSO: Deriva da una lattiginosa resina bianca . Si diceva che per produrlo si doveva dannare l'anima perchè era custodito da serpenri alati . Si offriva agli dei in segno di venerazione.
- MIRRA: Deriva dalle resine oleose che essiccandosi diventano rossastre . Si produce nelle zone aride dell'Arabia ,Abissinia e Madagascar. Era indispensabile per l'imbalsamazione, e gli Egizi la compravano a caro prezzo.
La stella risplendente
coi Magi dell'oriente
è giunta lemme lemme
sulla grotta di Betlemme.
La stella si è fermata
la notte è illuminata;
dagli Angeli invitati
i Re Magi sono entrati.
Che grande meraviglia!
Il Re Gasparre bisbiglia:
tra un bue e un asinello
c'è un bimbo tanto bello!
Son d'oro i suoi capelli
coi ricciolini belli .
Per culla un pò di fieno:
Maria lo stringe al seno .
Giuseppe ha molte cure
per le sue creature;
ed i Re Magi , proni,
offrono i loro doni:
ognuno ha il suo tesoro
incenso,mirra e oro.
Ed io, Gesù bambino,
che sono poverino,
cosa ti posso offrire
per non farti più soffrire?
Ecco, ti dono di cuore
tutto il mio amore.
LA STELLA COMETA
Concludo con uno dei tanti sermoni che vengono dedicati alla stella cometa , che è la presenza più affascinante e magica che sovrasta il presepe e tutta la scena della natività .
La stella invita ad alzare lo sguardo al cielo ,e di scrutare le meraviglie dell'universo , della creazione e della redenzione con lo sguardo incantato dei bimbi.
Nell'alba di gelo,
più vive e più belle,
scintillano in cielo
milioni di stelle.
Son cento e poi cento ,
son mille e poi mille ,
e d'oro e d'argento
le vive scintille .
Bambini levate
lo sguardo lassù,
le stelle cercate
del bimbo Gesù.
Conoscer fra tante
oh, come saprò
la stella brillante
che i Magi guidò?
E' un astro fuggente
fra tutti sarà
la fede innocente
che in cuore ci sta.