domenica 27 febbraio 2011

LE VERITA' NASCOSTE

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Il mago dice che:
In questa pagina metterò molti video  
 al fine di mostrarvi le possibili  verità nascoste..


QUESTI VIDEO NON SONO DI MIA
PROPRIETA' E NON LI HO MONTATI IO.. NON NE HO LE CAPACITA'
.. LI HO TROVATI SUL WEB
LI HO MESSI PER FARE IN MODO CHE LA GENTE 
GUARDI LE COSE DA PIU' 
PUNTI DI VISTA.. 
NON BISOGNA FERMARSI ALLE APPARENZE

BUONA VISIONE.....


POSSIBILE VERITA' SUL MONDO


(12 video)




































Spero che i video riguardanti  la possibile verità sul mondo siAno stati di vostro gradimento..
il prossimo video parlerà 
dell'ISOLA DI PASQUA










LA LUNA E' UN LUOGO INCONTAMINATO? 
SCOPRIAMOLO CN IL PROSSIMO VIDEO







I MESSAGGI SUBLIMINALI 
CI CONDIZIONANO LA MENTE?

























E CHE DIRE DEI LUOGHI
 SEGRETI SCOVATI 
DA GOGLE HEART
( di cui nessuno parla?)








I SEGRETI DELLA NASA SUGLI UFO










CI SARA' LA TERZA GUERRA MONDIALE?
 VEDIAMOLO INSIEME 
CON I PROSSIMI VIDEO
















IL SALE






Il mago dice che :

Il sale è ritenuto uno dei più validi strumenti contro il malocchio e la negatività in genere .
A metà strada tra l'amuleto e il talismano, il sale può essere definito come un presidio di magia naturale.
Ha un simbolismo molto complesso , infatti è un elemento che appartiene al globo terracqueo ed ha un sapore ben specifico, ha un sapore da sapio che significa "sapere , conoscere ".
Chi ha sale in zucca , ha sapienza, conoscenza  , e in campo magico significa forza , ecco perche chi usa il sale per difendersi dalle negatività ha grande fiducia nella sua efficacia.
Di solito il sale si deve spargere nell'anticamera quando un ospite non gradito ha appena lasciato la nostra casa.
può essere usato periodicamente per liberare la nostra casa da influenze negative o moleste , in tal caso si deve usale il sale fine da spargere ai 4 angoli di ogni stanza .
Il diavolo fugge davanti al potere del sale, d'altra parte l'acqua benedetta si prepare con il sale.
Se per disgrazia si dovesse rovesciare la saliera mentre armeggiate in cucina  o a tavola si deve prendere un pizzico di sale versato e buttarlo cn forza dietro la spalla sinistra, poi il sale versato deve essere raccolto e fatto disperdere in acqua corrente, non deve essere buttato nelle immondizie.
il sale è un portafortuna alla portata di tutti quindi perche non farne uso?









sabato 12 febbraio 2011

LA STREGA E LA SANTA INQUISIZIONE





Il mago dice che:

« Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle. »



(Voltaire)



La strega è una donna ritenuta dedita all'esercizio della stregoneria, ovvero, secondo vasta credenza popolare tradizionale a molte culture, una donna che si ritiene sia dotata di poteri occulti; il suo omologo maschile è lo stregone.
La figura della strega ha però radici che precedono il Cristianesimo ed è presente in quasi tutte le culture come figura a metà strada tra lo sciamano e chi, dotato di poteri occulti, possa utilizzarli per nuocere alla comunità, soprattutto agricola.
È stata avanzata l'ipotesi che la stregoneria sia l'interpretazione fantastica dell'intossicazione da Ergot.
Di solito  le streghe si distinguono in due categorie, streghe nere e streghe bianche. Secondo la tradizione, le prime hanno più probabilità ad avere contatti con il male, mentre alle seconde, vengono attribuiti dei poteri di guarigione.
Il termine deriverebbe dal greco "stryx, strygòs" e sta per "strige, barbagianni, uccello notturno", ma col passare del tempo assunse il più ampio significato di "esperta di magia e incantesimi". Nel latino medioevale il termine utilizzato era lamia, mentre nell'Italia dei giorni nostri il sostantivo varia molto a seconda della zona. Possiamo perciò trovare:




  • Masca (Piemonte)
  • Stria o Bàsura (Liguria)
  • Borde (Toscana)
  • Strìa (Lombardia, Emilia, Trentino Friuli-Venezia Giulia)
  • Janara (Campania)
  • Cogas, stria, brúscias o maghiargia (Sardegna)
  • Strìa/Striga/Strigo (Veneto)
  • Mavara (Sicilia)
  • Magara (Calabria e Basilicata)
  • Masciáre o chivàrze (Taranto e provincia)
  • Macàra (Salento)
  • Stiara (Grecìa Salentina)
  • Stroll'ca (Umbria)
Sin dall’antichità, le streghe sono delle donne che rinunciavano a Dio, sono  spesso rappresentate accanto ad un filatoio o nell'atto di intrecciare nodi, a richiamare l'idea di vendetta, tessendo, cioè, il destino degli uomini e ponendoli di fronte a mille ostacoli. Inoltre, ogni strega della tradizione è accompagnata da qualche strano animale con caratteri diabolici che fungerebbe da consigliere della propria padrona, quali gatto, corvo, civetta, topo o rana. E ancora, le loro stregonerie avvengono in giorni stabiliti in base al ciclo naturale.

Inoltre, un'altra immagine tradizionale e popolare della strega la rappresenta in volo a cavallo di una scopa. Questa iconografia dichiara esplicitamente la sua parentela con la Befana, e l'appartenenza di entrambe le figure all'immaginario popolare dei mediatori tra il mondo dei vivi e quello dei morti.



LA SANTA INQUISIZIONE












domenica 6 febbraio 2011

LA FELICITA'



Il Mago dice che:

La felicità è lo stato d'animo  positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri[1.
L'etimologia fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, "felice", la cui radice "fe-" significa abbondanza, ricchezza, prosperità.
La nozione di felicità, intesa come condizione (più o meno stabile) di soddisfazione totale, occupa un posto di rilievo nelle dottrine morali dell'antichità classica, tanto è vero che si usa indicarle come dottrine etiche eudemonistiche (dal greco eudaimonìa) solitamente tradotto come "felicità".
Tale concezione varia, naturalmente, col variare della visione-concezione del mondo  e della vita su di esso.
Le sue caratteristiche variano secondo l'entità che la prova (eg. serenità, appagamento, eccitazione, ottimismo, distanza da qualsiasi bisogno, ecc.) Quando è presente associa la percezione di essere eterna, il timore che finisca la finisce.
L'uomo fin dalla sua comparsa ricerca questo stato di benessere. La felicità è quell'insieme di emozioni e sensazioni del corpo e dell'intelletto che procurano benessere e gioia in un momento più o meno lungo della nostra vita.
Se l'uomo è felice, subentra anche la soddisfazione e l'appagamento.






L'uomo ha delle necessità primarie, secondarie e sovrastrutturate, di solito l'appagamento di queste necessità e il raggiungimento dell'obiettivo dettato da un bisogno procura gioia da cui deriva anche la felicità.
La felicità studiata sotto il profilo dei bisogni (primari, secondari, ecc) porta a valutazioni e definizioni non solo psicologiche e filosofiche diverse, ma anche materiali, per questo motivo la felicità è stato ed è studio di ogni scienza umanistica. Rimane chiaro che la divisione è fatta per chiarire le varie componenti di quello che è lo stato della felicità della persona, ma essendo l'uomo una unità indissolubile di psiche-corpo-spirito è chiaro che si parla sempre di tutte le componenti che si influenzano tra di loro. Se mi fa male un piede è molto più facile che io sia triste piuttosto che allegro e felice.
Epicuro in una Lettera sulla felicità a Meneceo lo ravvisava sul fatto che non c'è età per conoscere la felicità: non si è mai né vecchi né giovani per occuparsi del benessere dell'anima (e cioè di "filosofare", amare il pensiero). Per Epicuro la felicità e la conoscenza delle cose fanno lo stato di felicità. Nella sua vita naturale l'uomo allontana da sé il dolore sia fisico (aponia) che psichico (atarassia) e l'assenza di queste due cause porta al raggiungimento della felicità. Ma non è sufficiente: Epicuro sostiene che si deve provare piacere e quindi classifica i piaceri dividendoli in tre grandi categorie:
I piaceri naturali e necessari, come: l'amicizia, la libertà, il riparo, il cibo, l'amore, il vestirsi, le cure ecc.
I piaceri naturali ma non del tutto necessari come: l'abbondanza, il lusso, case enormi oltre il necessario, cibi raffinati ed in abbondanza oltre il necessario.
I piaceri del tutto accessori, come il successo, il potere, la gloria, la fama ecc.
L'uomo, come già detto in precedenza, ha anche delle necessità sovrastrutturate come l'ambizione a migliorarsi, a crescere intellettualmente, a primeggiare sugli altri, a competere, a ricercare la verità delle cose che lo circondano. Per raggiungere questi obiettivi l'uomo mette in campo tutta la sua passione, la sua forza e la sua anima e quando raggiunge l'obiettivo che si è posto trova un appagamento di felicità proprio dell'intelletto, per fare un esempio molto più semplice chi risolve un rebus, un cruciverba o un sudoku trova del piacere nella soddisfazione propria della mente.







La felicità può essere il raggiungimento di un desiderio, la soddisfazione di vederlo realizzato. Il mondo pubblicitario sa bene che il consumo parte da un desiderio e l'acquisto del bene produce piacere e quindi felicità infatti se il desiderio  non c'è loro lo creano. Il bisogno di felicità, sotto il profilo psicologico, può essere anche una soluzione ad un problema e la soluzione del problema dà l'appagamento quindi gioia.
La felicità si sviluppa sia in senso intellettuale sia materiale, sia fisico sia psichico, sia affettivo sia emozionale.
Per fare degli esempi pratici su come il valore della felicità cambi anche in virtù della cultura e del contesto ambientale, la felicità può essere un sorriso di un bambino, o l'acquisto di una villa con piscina, può essere un matrimonio, o la conquista dell'Everest, la pace dei sensi o la vincita dei mondiali.
Nel terzo mondo il raggiungimento di una ciotola di riso  è felicità. Nei paesi ricchi il comprare un'auto di lusso è felicità. Sono due emozioni non comparabili ma che fanno parte della felicità umana.

Secondo teorie contemporanee  la felicità è provare ciò che esiste di bello nella vita. Non è una emozione oggettiva ma una capacità individuale, non è casuale come un evento del destino ma una capacità da scoprire ed imparare. Bisogna imparare ad essere felici. La felicità non è inseguire i sogni ed aspettative di domani, ma al contrario cercare di godere di quello che sia ha oggi. La felicità non è nel futuro, ma solo nel presente. La felicità è uno stato di gioia solo del presente. Spesso si inseguono i soldi, il benessere, la fama, il successo, il potere ritenendo che il loro raggiungimento dia la sensazione di felicità. Secondo tali teorie questo atteggiamento crea ansia che è in contrasto con lo stato della felicità. La corsa ci rende schiavi del sistema, se uno è schiavo non è libero e quindi non è felice, solo la libertà dal sistema ci fa vedere il presente e ci fa gioire di quello che ci circonda.

Le genti  hanno   dentro di sé una necessità di elevare la propria psiche a cose trascendentali che le portino a soddisfare la loro sete di conoscenza di verità e di infinito.
Le grandi religioni a tal proposito cercano di dividere il concetto di felicità procurato dalle cose materiali, definendolo piuttosto piacere, da quello che è la felicità in senso spirituale, raggiungibile con categorie come la semplicità e la serenità dell'anima.
Un esempio nella storia dei santi è quella di San Francesco, che era ricco, forse anche felice, ma era una felicità non completa; ha lasciato tutto è diventato povero ma completamente felice interiormente.
La felicità assoluta per il Cristianesimo per esempio è la visione di Dio. Nel Vangelo in visione escatologica c'è il passo delle beatitudini dove Gesù elencando una serie di azioni dice come raggiungere lo stato di beatitudine.
Il concetto di felicità è un valore esplicitamente sancito in alcune Costituzioni e nella Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti.
Nella Costituzione italiana il “pieno sviluppo della persona umana” è valore sancito dall'art. 3. La realizzazione sul piano oggettivo della persona umana, della propria essenza, vale a dire su un piano inter-soggettivo visibile e condivisibile da tutti, è intesa come identica sul piano soggettivo alla felicità del singolo (come sosteneva il filosofo Socrate).
La felicità ha dunque a che fare con la privacy, nel suo aspetto difensivo ed evolutivo, è essenziale per garantire la tutela della dignità della persona in ogni suo aspetto e dunque garantire la sua felicità. Rispettare la vita privata significa anche permettere a ciascuno di realizzare i propri sogni, di non rinunciare alla felicità nelle forme in cui la si identifica, di decidere personalmente circa ciascun aspetto del proprio cammino. Dunque realizzare i propri sogni è sviluppare a pieno sé stesso, trovando il necessario equilibrio per raggiungere la propria felicità. Il diritto alla felicità, la privacy ed il correlato diritto all'identità personale (sancito tra i diritti inviolabili ex art. 2 Cost., sent. Corte Cost. n. 13/1994) rappresentano quindi un rovesciamento di prospettiva nei confronti di imposizioni atte a trasferire sulla persona modelli prefabbricati. Ciascun essere umano è unico e come tale irripetibile, artefice dei suoi progetti, non standardizzabile.