Il Mago dice che:
Sant' Antonio abate era di origini egiziane, era orfano di entrambi i genitori ,pare sia stato colpito nello spirito dalla lettura di un passo del Vangelo di Matteo in cui Gesù esortava a privarsi dei beni materiali .
Dopo aver ceduto parte dei suoi beni alla sorella e il resto ai poveri , inizio una vita da eremita , trascorrendola pregando e lavorando.
Fondò il suo primo eremo di fronte alla sua abitazione ma presto si rese conto del forte legame con le origini che contrastavano la sua ricerca spirituale.
Si racconta che ebbe una visione in cui un eremita come lui riempiva la giornata dividendo il tempo tra preghiera e l'intreccio di una corda. Da questo capì che, oltre alla preghiera, ci si doveva dedicare a un'attività concreta. Così ispirato condusse da solo una vita ritirata, dove i frutti del suo lavoro gli servivamo per procurarsi il cibo e per fare carità. In questi primi anni fu molto tormentato da tentazioni fortissime, dubbi lo assalivano sulla validità di questa vita solitaria. Consultando altri eremiti venne esortato a perseverare. Lo consigliarono di staccarsi ancora più radicalmente dal mondo. Allora, coperto da un rude panno, si chiuse in una tomba scavata nella rocca nei pressi del villaggio di Coma. In questo luogo sarebbe stato aggredito e percosso dal demonio; senza sensi venne raccolto da persone che si recavano alla tomba per portagli del cibo e fu trasportato nella chiesa del villaggio, dove si rimise.
In seguito Antonio si spostò verso il Mar Rosso sul monte Pispir dove esisteva una fortezza
romana abbandonata, con una fonte di acqua. Era il 285 e rimase in questo luogo per 20 anni, nutrendosi solo con il pane che gli veniva calato due volte all'anno. In questo luogo egli proseguì la sua ricerca di totale purificazione, pur essendo aspramente tormentato, secondo la leggenda, dal demonio.
Con il tempo molte persone vollero stare vicino a lui e, abbattute le mura del fortino, liberarono Antonio dal suo rifugio. Antonio allora si dedicò a lenire i sofferenti operando, secondo tradizione, "guarigioni" e "liberazioni dal demonio".
gruppo dei seguaci di Antonio si divise in due comunità, una a oriente e l'altra a occidente del fiume Nilo. Questi Padri del deserto vivevano in grotte e anfratti, ma sempre sotto la guida di un eremita più anziano e con Antonio come guida spirituale.
Antonio contribuì all'espansione dell'anacoretismo in contrapposizione al cenobitismo.
Anche Ilarione visitò nel 307 Antonio, per avere consigli su come fondare una comunità monastica a Gaza, in Palestina, dove venne costruito il primo monastero della cristianità. Nel 311, durante la persecuzione dell'Imperatore Massimino Daia, Antonio tornò ad Alessandria per sostenere e confortare i cristiani perseguitati. Non fu oggetto di persecuzioni personali. In quella occasione il suo amico Atanasio scrisse una lettera all'imperatore Costantino I per intercedere nei suoi confronti. Tornata la pace, pur restando sempre in contatto con Atanasio e sostenendolo nella lotta contro l'Arianesimo, visse i suoi ultimi anni nel deserto della Tebaide dove pregando e coltivando un piccolo orto per il proprio sostentamento, morì, ultracentenario, il 17 gennaio 357. Venne sepolto dai suoi discepoli in un luogo segreto
Il 17 gennaio, quindi, è una data di particolare rilevanza nella tradizione italiana, in quanto si celebra Sant'Antonio Abate, un santo noto per la sua connessione con gli animali e la natura. Questa giornata è caratterizzata da una serie di superstizioni e tradizioni popolari che riflettono la cultura e le credenze locali.
Benedizione degli Animali
Una delle tradizioni più diffuse in occasione della festa di Sant'Antonio è la benedizione degli animali. In molte chiese, i fedeli portano i propri animali domestici per ricevere la benedizione. Questa pratica non solo rappresenta un gesto di affetto verso gli animali, ma è anche un modo per invocare la protezione divina su di essi. La benedizione viene spesso accompagnata da un momento di riflessione sulla responsabilità di prendersi cura degli animali.
La Notte in Cui gli Animali Parlano
Un'altra superstizione interessante legata al 17 gennaio è la credenza che, durante la notte, gli animali domestici abbiano la facoltà di parlare. Questa idea affascina molti, poiché invita a immaginare un mondo in cui gli animali possano comunicare le loro esigenze e sentimenti. Sebbene si tratti di una credenza popolare, essa riflette un legame profondo tra gli esseri umani e le creature che convivono con loro.
I Falò di Sant'Antonio
In molte località italiane, la celebrazione del 17 gennaio è segnata dall'accensione di grandi falò, noti come "fòcare". Questi falò simboleggiano la purificazione e la protezione contro le forze del male. Le comunità si riuniscono attorno al fuoco, creando un'atmosfera di festa e condivisione. I falò rappresentano anche un modo per onorare Sant'Antonio, invitando le persone a riflettere sui valori di comunità e solidarietà.
Ritrovare le Cose Perdute
Un'altra credenza diffusa è quella secondo cui Sant'Antonio aiuta a ritrovare gli oggetti smarriti. Questo aspetto della tradizione porta molte persone a invocare il santo quando si trovano in difficoltà nel trovare qualcosa di importante. La figura di Sant'Antonio, quindi, si trasforma in un simbolo di speranza e conforto, capace di offrire supporto nei momenti di smarrimento.
Preghiera:
Si prega Sant'Antonio con una filastrocca mentre si cerca qualcosa che si è perso.
Si prega Sant'Antonio con una filastrocca mentre si cerca qualcosa che si è perso.
Sant'Antonio dalla barba bianca
fa che trovi quello che mi manca
Sant'Antonio mio benigno,
io ti prego e no sò degno.
come nostro protettore
Prego a Cristo salvatore,
La mia vita è castigata.
Molte grazie ci ha data
In virtù dell'ostensorio
facci la grazia Sant'Antonio
Quelle povere vedovelle,
quelle povere orfanelle,
quelle povere partorienti,
che gli passi l'ingravidamenti......
Inizio dell'Anno Agricolo
Per alcune comunità, il 17 gennaio segna anche l'inizio dell'anno agricolo. Questo momento è particolarmente significativo per gli agricoltori, che riflettono sulle semine e sui raccolti futuri. La data assume così un'importanza non solo spirituale, ma anche pratica, poiché invita a pianificare e prepararsi per il ciclo delle coltivazioni.
Conclusione
Le superstizioni e le tradizioni legate al 17 gennaio e a Sant'Antonio Abate offrono uno sguardo affascinante sulle credenze popolari italiane. Queste pratiche non solo celebrano la figura del santo, ma evidenziano anche il legame tra le persone, gli animali e la natura. La giornata del 17 gennaio diventa così un momento di riflessione, comunità e spiritualità, arricchendo il patrimonio culturale italiano.


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