sabato 31 marzo 2018

QUANTE ERANO LE DONNE DI CASANOVA


Il Mago dice che


Giacomo Girolamo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725 – Duchov, 4 giugno 1798) è stato un avventuriero, scrittore, poeta, alchimista, diplomatico, filosofo e agente segreto italiano, cittadino della Repubblica di Venezia.
Lo scrittore Piero Chiara , si diverti a tentare un conto di quante donne ebbe Casanova , e il risultato è inferiore alle aspettative : 116 .
Sempre giocando con le cifre , è stato calcolato un risultato tutt'altro che impressionante , considerata la fama di seduttore che si è guadagnato grazie alle proprie memorie.
Casanova ebbe il primo rapporto all'età di 18 anni e morì a 73 anni .
In mezzo , bisogna togliere i 14 anni di auto esilio volontario in Boemia , durante i quali difficilmente ebbe occasione di esercitare la  propria arte , quindi rimangono circa 40 anni di vita sessuale attiva .
In pratica le conquiste del re dei seduttori, si riducono a circa 3 all'anno.
Non oso immaginare quante conquiste avrebbe fatto ai nostri giorni con  tutti i social netwuok che esistono.........


















  

venerdì 23 marzo 2018

IL VANGELO DI GIUDA


Il Mago dice che

L'autenticità del vangelo, che sarebbe stato scritto nel III secolo d.c. dall'apostolo traditore è descritto come l'esecutore della volontà di Gesù, è argomento di dibattito da tantissimo tempo tra gli esperti.
Il manoscritto ritrovato nel 1978 in una caverna di Minya (in  Egitto), nel 2001 fu preso in esame e restaurato da un gruppo di studiosi che,  tra molte controversie , lo dichiarò autentico.
analizzando le componenti chimiche dell'inchiostro del manoscritto , infatti ,i ricercatori si accorsero che non presentava tracce di zolfo ( come gli inchiostri del medioevo) e ce invece la sua composizione a base di rame era assimilabile a quello usato nei  primi secoli d.c. per un certificato di nozze egiziano conservato nel museo del Louvre.




















  

domenica 18 marzo 2018

L'INTROSPEZIONE


Il Mago dice che

L'introspezione è un atto del proprio pensiero  che consiste nell'osservazione diretta ed analisi della propria interiorità rappresentata da sentimenti e desideri , prodotti del pensiero stesso, come pure il senso dell'identità di una persona.
Si contrappone a quel processo denominato in inglese extrospection, consistente nell'osservazione di ciò che è esterno al proprio sé.


IN FILOSOFIA

In filosofia Socrate  afferma per la prima volta l'esigenza dell'introspezione come riflessione dell'anima umana su di sé, intesa come psyche individuale. Per Socrate tutto il sapere è vano se non è ricondotto alla coscienza critica del proprio "io", che è un sapere del sapere. 
L'autocoscienza è per lui il fondamento e la condizione suprema di ogni sapienza. «Conosci te stesso» fu il motto delfico che egli fece proprio, a voler dire: solo la conoscenza di sé e dei propri limiti rende l'uomo sapiente, oltre a indicargli la via della virtù e il presupposto morale della felicità. Per Socrate infatti una vita inconsapevole è indegna di essere vissuta.

« Socrate diceva che il compito dell'uomo è la cura dell'anima: la psicoterapia, potremmo dire. Che poi oggi l'anima venga interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per esempio non si pronunciava sull'immortalità dell'anima, perché non aveva ancora gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma, nonostante più di duemila anni, ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo sia la psiche »

Nello stoicismo si utilizza il termine oikeiosis per indicare quella forma di introspezione che, tramite la synaesthesis, ovvero la percezione interna, consente lo sviluppo del proprio essere in conformità col Lògos universale. Nel neoplatonismo l'introspezione voleva significare rapportarsi alla "voce" interiore, a quel «dialogo dell'anima con se stessa» che già caratterizzava l'ultima produzione delle opere dialogiche platoniche dove la forma letteraria e filosofica del dialogo con un interlocutore svaniva, sostituita da quella del monologo. 
La figura del saggio nel periodo ellenistico della filosofia greca è allora proprio colui che allontanandosi dagli aspetti mondani della realtà e dalle passioni riflette su se stesso.
Sarà Agostino d'Ippona nelle Confessioni a riprendere questo modello di analisi della personale interiorità (de se ipso), trasmettendolo a gran parte del pensiero cristiano seguente. Poiché Dio alberga nell'interiorità di ogni essere umano, attuare un'introspezione di sé significava diventare coscienti della voce divina.


« Non uscire fuori di te, ritorna in te stesso: nell'interiorità dell'uomo abita la Verità, e se troverai la tua natura mutabile, trascendi anche te stesso. »


Soltanto l'introspezione consente infatti di prendere coscienza come le idee che sono a fondamento non solo del mondo, ma anche della morale, siano in realtà già presenti, essendo innate, nella nostra anima.
Dal pensiero di Montaigne si sviluppò invece una polemica che vide in prima fila John Locke contro i neoplatonici della scuola di Cambridge (George Herbert di Cherbury, Ralph Cudworth, Henry More) che sostenevano appunto l'innatismo dei principi morali.
Nella Critica della ragion pratica kantiana l'etica venne nuovamente intesa come voce della coscienza, da ascoltare tramite introspezione, e che afferma il valore assoluto della legge morale talora traviata dalle nostre inclinazioni sensibili. Secondo Kant, riprendendo le concezioni di Jean Jacques Rousseau, è questa un'esperienza morale che accomuna tutti gli uomini indipendentemente dalle loro differenti condizioni intellettuali e culturali.
Il filosofo francese Henri Bergson utilizzò il metodo dell'introspezione per studiare il fluire degli stati d'animo dall'uno verso l'altro, senza che sia possibile distinguerli nettamente; questo era il punto focale della sua critica alla visione del tempo offerto dal positivismo, insensibile ai fatti contenuti nei diversi istanti.



IN PSICOLOGIA 

La psicologia cognitiva, , a partire dagli anni 30 ha progressivamente abbandonato l'introspezione come metodo valido per l'indagine, concentrandosi di più sui comportamenti quantificabili piuttosto che sulla coscienza o le sensazioni.
Sostenendo che l'introspezione sarebbe inaffidabile, Herbert Simon e Allen Newell hanno formulato il cosiddetto protocollo del pensiero ad alta voce, nel quale i ricercatori osservano un soggetto impegnato nell'introspezione intento a esprimere ad alta voce i suoi pensieri, consentendo così lo studio dell'introspezione dall'esterno senza doverlo costringere a commentare quel che dice.
D'altra parte, l'introspezione può essere considerata un valido strumento per lo sviluppo di ipotesi scientifiche e modelli teorici, in particolare nel campo delle scienze cognitive e ingegneristiche. Le modellazioni computazionali e le progettazioni di simulazioni al computer del meta-ragionamento sarebbero strettamente connessi con le esperienze introspettive dei ricercatori.
















  

sabato 10 marzo 2018

CHI HA DANNEGGIATO IL NASO DELLA SFINGE


Il Mago dice che

La sfinge è una figura mitologica raffigurata come un mostro con il corpo di leone e testa umana , di falco   o di capra , talvolta dotato di ali.
Generalmente il ruolo delle sfingi è associato a strutture architettoniche come le tombe reali o i templi religiosi; la più antica raffigurazione di sfinge conosciuta (una scultura) è stata trovata vicino a Gobekli Tepe, nel sito di Nevali Çori, e viene datata al 9.500 a.C.
E' difficile stabilire quando il naso della grande sfinge della piramide di Giza sia stato danneggiato .
Una leggenda dura a morire racconta che sia andato perduto in seguito ad una cannonata dell'esercito di Napoleone Bonaparte , durante la campagna D'Egitto.
Ma si tratterebbe del 1798 , mentre le prime raffigurazioni del celebre monumento egizio mutilato risalgono al 1737.
Un'altra teoria dice che la menomazione sia avvenuta nel 1378 per mano di un certo Muammad Sa'im al-Dhar , un fanatico che riteneva l'opera oggetto di idolatria .
Non è da escludere che la causa della menomazione sia l'erosione  dovuta ai venti .












  

sabato 3 marzo 2018

L'INNOMINATO MANZONIANO


Il Mago dice che

La figura storica alla quale potrebbe essere ispirato il personaggio dei promessi sposi è Francesco Bernardino Visconti , o in alternativa il fratello Galeazzo Maria , antenati di Manzoni da parte di madre e signorotti spinti dalle circostanze storiche a comportarsi come briganti .
Di sicuro, era proprietà dei Visconti dal XIV secolo la fortezza di Somasca (lecco) , che Manzoni descrive come castello dell'innominato e dove è probabile che Bernardino abbia trovato rifugio dopo che i suoi beni furono confiscati e una taglia sulla sua testa lo costrinse all'esilio in Svizzera .
Non risulta che Bernardino si sia pentito di fronte al cardinale Federico Borromeo, che incontrò in occasione di una visita pastorale a Triveglio nel 1619 .
Per l'episodio del pentimento quindi , Manzoni potrebbe aver preso spunto dalla vicenda di uno sconosciuto criminale raccontata nelle storie patrie da Giuseppe Ripamonti.